Recensione di “Segreto di famiglia” di Mikaela Bley

Buongiorno a tutti e buon giovedì, lettori!
La recensione di oggi è dedicata a un libro che mi ha inviato in anteprima la Newton Compton Editori e che uscirà proprio oggi! Sto parlando di “Segreto di famiglia”, il romanzo d’esordio di Mikaela Bley.

segreto di famigliaTRAMA

A Stoccolma è un freddo e piovoso venerdì di maggio, quando la piccola Lycke, di soli otto anni, scompare improvvisamente nel centro della città. La rete televisiva nazionale si lancia subito sulla notizia e manda sul campo un’inviata specializzata in cronaca nera, Ellen Tamm.
Chi ha visto Lycke per l’ultima volta? Chi sono i suoi genitori? Il padre e la madre di Lycke sono separati ed è stata la nuova moglie del padre ad accompagnare la bambina al centro sportivo, dove se ne sono perse le tracce. La donna, madre a sua volta da poco, racconta la sua versione dei fatti, ma ci sono delle zone d’ombra nella testimonianza. La tata che ha cresciuto la bambina è chiusa nel dolore. La madre di Lycke invece è imperscrutabile, soffre ancora il peso del divorzio e di una depressione post partum mai affrontata. Il padre, dal canto suo, non si dà pace. Nel frattempo Ellen si impegna in una ricerca spasmodica, nonostante la corruzione della polizia, i sempre più strani comportamenti dei genitori di Lycke e le frecciate velenose dei colleghi. Ma ha deciso di fare il possibile per fronteggiare la situazione da vera professionista, perché questo caso le ricorda da vicino ciò che conosce sin troppo bene: segreti di famiglia, bugie, inganni che la obbligheranno a confrontarsi con il proprio doloroso passato, mentre le speranze di ritrovare la bambina scomparsa si assottigliano..

ghirigoroSegreto di famiglia, per me, ha rappresentato più di una “prima volta”: per la prima volta, mi sono immersa in un libro senza documentarmi minimamente su trama e quant’altro, e, per la prima volta, ho letto un libro il cui Paese d’origine è la Svezia. Direi che come inizio, non è niente male. Ma non fermiamoci qui, il meglio deve ancora venire!

Quando le viene affidato il “caso Lycke”, Ellen Tamm, giornalista di cronaca nera di TV4, non ha la più pallida idea di cosa la aspetti. Forse dovrebbe ascoltare sua madre e mollare questo lavoro una volta per tutte; probabilmente è vero che non sarà mai pronta ad affrontare una cosa del genere, ma Ellen non può farne a meno. Come può fare finta di niente sapendo che Lycke Höök, una bambina di soli otto anni, è svanita nel nulla in pieno pomeriggio? La polizia sembra sottovalutare il caso, mentre la famiglia della piccola è avvolta in un alone di dolore e parole non dette. Cosa si nasconde dietro lo sguardo freddo della mamma? Il livello più acuto di una sofferenza inimmaginabile.. o c’è dell’altro? Ma, soprattutto, chi ha preso la piccola Lycke?

“« Credete che sia morta? » La domanda di Harald fendette l’aria come un fulmine a ciel sereno. Helena trattenne il respiro.
« A questa domanda non voglio né posso rispondere. Niente lo fa supporre e non aiuta mettersi a fare simili congetture. Stiamo cercando vostra figlia, e fino a prova contraria continueremo a dare per scontato che sia ancora viva. »”

22102a1fe37b0c4f7db3a331b67cc3adCome anticipato, ho iniziato questa lettura senza sapere praticamente nulla riguardo trama e personaggi e, a conti fatti, non potrei essere più felice di questo mio approccio totalmente inedito. Ho avuto l’opportunità di entrare in questo mondo e respirarne l’atmosfera a pieni polmoni, senza alcun tipo di influenza esterna. La prima cosa che mi ha colpita è stato lo stile di scrittura dell’autrice, uno stile fresco, pulito e che intriga a tal punto da impedire al lettore di staccarsi dalle pagine. Sebbene sia un bel mattoncino, l’ho letteralmente divorato in davvero pochissime ore, animata da un entusiasmo che da troppo tempo faticavo a ritrovare.

« La polizia però non esclude il rapimento, non è vero?” »
« No, non lo escludono, ma se i rapitori non sono interessati ai soldi, allora a cosa mirano? »”

Il personaggio di Ellen è quello che più di tutti salta all’occhio: in quanto protagonista, la sua voce è quella più forte, quella che ci accompagna durante una buonissima parte della lettura e quella che, indubbiamente, ho sentito più vicina alla mia. Mi sono rivista in lei sotto molti aspetti e in modi in cui non mi era mai capitato prima con altri personaggi. Ho adorato assistere allo svolgimento della storia attraverso gli occhi di Ellen, condividendo con lei dubbi ed emozioni, e ho trovato più che azzeccata la scelta dell’autrice di dare una rilevanza maggiore alla sua figura, ma ammetto che non mi sarebbe affatto dispiaciuto poter conoscere un po’ più a fondo anche Lycke.

“Qui però la situazione andava ben oltre l’ordinario. Era molto più tragica. Non solo Lycke era una bambina speciale. Era anche così sola e fragile.”

L’unica cosa che, da appassionata del genere, mi sento di “rimproverare” a Mikaela Bley, è l’aver reso la risoluzione dei fatti un po’ troppo evidente rispetto a quella che sarebbe potuta essere, portandomi di conseguenza a non poter classificare questo libro come “thriller psicologico” a tutti gli effetti. Detto ciò, sono assolutamente convinta che le basi per migliorare sotto questo punto di vista ci siano tutte, perché il punto di partenza è davvero molto buono. Sono altrettanto sicura che sentiremo parlare molto dell’autrice svedese e io, dal canto mio, non vedo l’ora di buttarmi nuovamente a capofitto nel mondo di Ellen Tamm e seguirla nella futura serie a lei dedicata.

starsSCHEDA

Titolo: Segreto di famiglia
Autore: Mikaela Bley
Pagine: 334
Prezzo: Euro 12.00 (cartaceo) – Euro 2.99 (ebook)
Casa Editrice: Newton Compton Editori
Pubblicazione: 3 marzo 2016

harryPer oggi è tutto!
Spero che la mia recensione vi sia piaciuta. 🙂
Alla prossima e buone letture, questione di libri

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