Recensione di “Lhotar e il risveglio del Marskull” di Gionata Scapin

Salve a tutti!
Oggi vi parlo della mia lettura più recente: “Lhotar e il risveglio del Marskull” di Gionata Scapin, la cui copia cartacea mi è stata gentilmente fornita dalla casa editrice Marcianum Press.

TRAMA

Da un lontano mondo incantato, un malvagio incantesimo catapulta l’elfo Lhotar e la fata Ellywick sulla Terra. Dopo mille peripezie i nostri amici sprigionano l’ultima sorgente magica rimasta sul nostro pianeta, facendo sì che tra le vette dell’Himalaya si desti il Marskull. Terribile vortice divoratore di magia, il Marskull devasta quanto incontra sul suo percorso. Con l’aiuto del vecchissimo drago Tanzeum, Lhotar ed Ellywick si preparano per lo scontro finale contro la malefica entità.

Sono davvero contenta di aver letto questo libro. E devo essere sincera, non me lo aspettavo.
Sono da sempre un’appassionata di fantasy, quindi tengo anche a essere abbastanza esigente quando si tratta di questo genere, ma sono rimasta molto soddisfatta di questa lettura.

La storia si apre sulla figura di Lhotar, un elfo nero, intento a liberare fate e folletti imprigionati all’interno di alcuni vasi di vetro, per mano di un mago malvagio.
All’interno di uno di questi vasi c’è Ellywick, una minuscola e speciale fatina. A seguito di uno scontro turbolento tra Lhotar e il mago, l’elfo e la fata vengo catapultati sulla Terra, più specificatamente, sulle vette dell’Himalaya. I due non passano inosservati e ben presto saranno costretti a fuggire, aiutati da un archeologo di nome Matthias.
Durante uno dei loro tentativi di ritorno ad Agrilard, il loro mondo, si scontreranno con un essere spaventoso: un drago addormentato da millenni e millenni.

“Sin dai tempi antichi era proibito perle creature fatate e gli spiriti della foresta stare a contatto con gli umani. Si doveva restare nella selva tra gli animali, gli unicorni, i pegaso e le creature magiche, per proteggerle dalle persone intenzionate a cacciarle o a catturarle.”

Lo sviluppo della trama è incredibilmente ben realizzato. Grazie allo stile di scrittura dell’autore, stile che definirei “evocativo”, non ho avuto alcun tipo di difficoltà a destreggiarmi tra i diversi luoghi descritti.
Era come se li vivessi in prima persona e li vedessi con i miei stessi occhi.
In più, mi è piaciuta moltissimo la caratterizzazione del personaggio del Marskull: molto originale!
Il ritmo incalzante non mi ha mai annoiata. Inoltre, nonostante la quantità non indifferente di avvenimenti e luoghi, il libro si lascia leggere in modo assolutamente piacevole, senza mai risultare pesante.

“Quando entrò nel paese di Stade, dove fu costretta a rallentare a causa dei numerosi semafori che regolavano le intersezioni stradali, potè controllare con i propri occhi dove si trovasse il Marskull.”

Credo che la cosa che più mi sia piaciuta sia stata l’intreccio tra il fantasy e la realtà del mondo in cui viviamo. Se mi avessero detto che sarebbe stato possibile un intrico del genere, probabilmente non ci avrei creduto.
Il finale, poi, mi ha lasciata davvero a bocca aperta. Totalmente inaspettato. Sì, è stato davvero un epilogo degno di questo libro.

“Aveva sognato o era accaduto veramente? Era disteso supino in un giaciglio di pellicce marrone scuro dall’odore stantio. Si sentiva la fronte imperlata di sudore ma aveva molto freddo. Ad un metro da lui scoppiettava vivo un gran fuoco che illuminava la nicchia in una grotta più grande.”

SCHEDA

Titolo: Lhotar e il risveglio del Marskull
Autore: Gionata Scapin
Prezzo: Euro 16,00 (cartaceo) – Euro 9,99 (ebook)
Pagine: 381
Casa Editrice: Marcianum Press

Spero che la recensione vi sia piaciuta.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Nel frattempo, alla prossima e buone letture,

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