Recensione di “Latte acido” di Rossella Luongo

Buonasera a tutti, lettori.
Anche oggi vi propongo una recensione: il libro di cui mi accingo a parlarvi è “Latte acido” di Rossella Luongo.
Ringrazio la casa editrice Edizioni della Sera per avermi fornito una copia cartacea del libro.

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Roberto narra le vicende di un gruppo di liceali nella Campania degli anni novanta: ipocrisie, compromessi, “sogni bucati”, quando si è diventati ormai grandi. Dopo la laurea, si trasferisce a Bologna per lavoro e ritrova un’amica d’infanzia, Francesca, che lo aiuterà, con lo scambio di una promessa, a risollevarsi da un passato doloroso: la solitudine di un’infanzia negata condiziona la sua adolescenza, su cui pesa l’inconsistente relazione con la madre, quella contorta con le suore “sconsacrate” del collegio e l’ultima, la più devastante, con la nonna, che l’ha costretto a “giochi” inconfessabili. Dopo la morte del padre, Roberto attraversa una crisi di identità e si sente attratto da Andrea, il suo migliore amico. Con lui vivrà una storia disordinata e spiacevole ma, accettando di guardarsi nel profondo, riuscirà a ricollocare la sua “storia vera”, a ricomporsi e ricostruirsi. Per trovare finalmente una vita autentica.

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“Latte acido” è uno di quei libri talmente forti e veri che lasciano davvero poche opzioni al lettore. Non ci sono sfumature. O lo si ama o lo si odia. E, per fortuna, io rientro nella prima categoria.

La storia è quella di un gruppo di liceali alle prese con la vita nei primi anni novanta. Il romanzo, in particolare, si focalizza su Roberto: il protagonista, il fulcro di queste pagine, colui che ci accompagna in questo viaggio in cui si accumulano ricordi e dolori di un’esistenza provata fin dall’inizio.
L’infanzia di Roberto è stata particolarmente difficile, sfibrata da una madre troppo occupata a crogiolarsi nella sua debolezza per interessarsi pienamente a suo figlio, e da una nonna che, al contrario, ci si interessava in modo profondo e malsano.
Successivamente, la sua adolescenza non sarà altro che il risultato di quella fanciullezza rapita e violentata, e a cui è stato impedito di esprimersi.

“Mi ripugnavano il suo odore, le sue mani. La sua faccia. E mi facevo schifo io per averla, ancora una volta, assecondata. In silenzio.”

Affiancato al costante senso di inadeguatezza di Roberto, c’è il sentimento quasi inconfessabile che il protagonista nutre nei confronti del suo migliore amico, Andrea.
Le parole usate per descrivere le sue numerose e contrastanti emozioni, mi hanno resa davvero partecipe del suo stato d’animo. E’ stato come perdersi in una malinconica sinfonia in cui si alternano pura dolcezza e struggente sofferenza.

“Nonostante il divertimento di quei giorni, avvertivo una pensante incertezza e un senso di precarietà. La nostra storia sembrava incantevole e finta come una favola.”

Lo stile di scrittura dell’autrice, l’ho trovato molto curato e appropriato alla storia, soprattutto nella prima parte del libro. Verso la fine, invece, sono dell’idea che questa atmosfera di nuda confessione che si era creata tra lettore e protagonista, vada un po’ scemando, finendo per cedere il passo a un epilogo più rapido e, a mio parere, distaccato.
Detto ciò, questa passeggiata nella vita di Roberto mi è piaciuta molto, e mi sento di raccomandare caldamente la lettura.

DDDDDDDD

SCHEDA

Titolo: Latte acido
Autore: Rossella Luongo
Prezzo: Euro 14,00 (cartceo)
Pagine: 125
Casa Editrice: Edizioni della Sera
Link per l’acquisto: Edizioni della sera

Spero davvero che la recensione sia di vostro gradimento.
Come sempre, alla prossima e buone letture! 🙂questione di libri

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