Salve, ragazzi!
Ho da poco concluso “Città di carta” di John Green e volevo condividere con voi i miei pensieri a riguardo.
Il libro si apre con una finestra sul passato dei personaggi: Margo e Quentin, quando avevano solo 10 anni, hanno trovato il corpo senza vita di un uomo, a pochi passi dalle loro case.
Sei anni più tardi il loro rapporto è mutato ma non del tutto: pur non parlandosi più come un tempo, Margo, la ragazza più popolare della scuola, usa il suo “potere” per tenere i vari bulli lontani da Quentin, ragazzo semplice, che cerca di passare il più inosservato possibile.
Dopo una straordinaria serata passata ad aiutare Margo a vendicarsi di alcuni suoi presunti amici, Quentin crede sia arrivato il momento in cui avrebbe finalmente rimesso a posto il rapporto con Margo interrottosi anni prima, ma poche ore dopo lei scompare misteriosamente, lasciandosi dietro solo qualche indizio..
Ho comprato il libro tanto tempo fa, subito dopo aver finito di leggere “Colpa delle stelle” e, avendo amato così tanto quest’ultimo, non vedevo l’ora di approfondire la mia conoscenza relativa a questo scrittore.
Pur ripetendomi più e più volte quanto “Città di carta” sarebbe stato diverso da “Colpa delle stelle”, non ho potuto fare a meno di mettere a confronto almeno lo stile di scrittura.
Le mie aspettative erano abbastanza alte e purtroppo non sono state soddisfatte.
Già dalle prime pagine l’impressione che avevo era quella che i due romanzi fossero stati scritti da due persone diverse. Cosa che, se vogliamo essere sinceri non è del tutto negativa, in quanto lascia intendere quanto John Green sia versatile.
La domanda che mi perseguitava, però, era sempre una: come poteva, l’uomo che mi aveva fatto innamorare della relazione tra Augustus e Hazel, lasciarmi così assurdamente indifferente al destino dei personaggi di questo libro?
Ho avuto diverse volte l’istinto di mollare il libro e passare ad altro, ma alla fine, complice anche la mia poca propensione ad abbandonare un libro senza averlo finito, sono andata avanti.
I personaggi principali, Quentin e Margo, non sono riusciti ad affascinarmi.
Quentin non sono proprio riuscita ad inquadrarlo o a stabilire un legame con lui, mentre per Margo la storia è un po’ diversa.
Lei è sicuramente un personaggio molto complesso: a primo impatto è molto sicura di sé, quasi non curante del pensiero degli altri, mentre in realtà è una ragazza molto sensibile e totalmente diversa da quello che cerca di sembrare. Non è troppo difficile riconoscersi in lei.
Per quanto riguarda i personaggi secondari, ho apprezzato solo Radar, grande amico di Quentin e genio della situazione.
Ben, il migliore amico del protagonista, l’ho trovato abbastanza fine a se stesso. La stessissima cosa accade per Becca e Lacey, amiche di Margo particolarmente interessate all’aspetto esteriore.
Tuttavia, verso la fine, sia i personaggi che la storia in sè migliorano, quindi non mi sento di non consigliare questo libro.
Ho trovato la struttura della storia abbastanza carente in alcuni punti; non ho amato molte delle espressioni usate dell’autore, nonostante la lettura, una volta ingranata la marcia giusta, sia andata avanti molto velocemente.
Tuttavia, in alcuni punti, non sono riuscita ad apprezzare molto la descrizione dei luoghi, i quali avevano una posizione di un certo rilievo, nel libro.
A questo punto, mi sento di spezzare una lancia a favore dell’autore: mentre leggevo le ultime 20 pagine circa del libro, sono riuscita a comprendere perché mi piace tanto questo autore; è adulto, ha una famiglia tutta sua, ormai, ma come riesce lui a raccontare la gioventù e tutto ciò che ha intorno, non ci riesce proprio nessuno.
John Green ci capisce. Pur essendo cresciuto, non si è dimenticato cosa significa essere giovani.
“Mi piace l’idea dei fili, mi è sempre piaciuta. Perché è così che ci si sente. Secondo me però fa sembrare la sofferenza più irrimediabile del dovuto. Noi non siamo fragili come i fili ci fanno credere.”
DATI IMPORTANTI
Titolo Città di carta
Autore John Green
Prezzo Euro 14,00
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