Recensione de “Il giardino delle farfalle” di Dot Hutchison

Buongiorno a tutti, Fedeli Lettori!
Oggi, vi parlo de “Il giardino delle farfalle” di Dot Hutchison, per cui ringrazio la Newton Compton Editori per la copia!

Il giardino delle farfalle
Dot Hutchison

Prezzo: € 9.90
Pagine: 336
Casa Editrice: Newton Compton Editori

Vicino a una villa isolata c’è un bellissimo giardino dove è possibile trovare fiori lussureggianti, alberi che regalano un’ombra gentile e… una collezione di preziose “farfalle”: giovani donne rapite e tatuate in modo da farle assomigliare a dei veri lepidotteri. A guardia di questo posto da brividi c’è il Giardiniere, un uomo contorto, ossessionato dalla cattura e dalla conservazione dei suoi esemplari unici. Quando il giardino viene scoperto dalla polizia, una delle sopravvissute viene portata via per essere interrogata. Gli agenti dell’FBI Victor Hanoverian e Brandon Eddison hanno il compito di mettere insieme i pezzi di uno dei più complicati rompicapo della loro carriera. La ragazza, che si fa chiamare Maya, è ancora sotto shock e la sua testimonianza è ricca di episodi sconvolgenti al limite del credibile. Torture, ogni forma di crudeltà e privazione sembravano essere all’ordine del giorno in quella serra degli orrori, ma nella deposizione della giovane donna, che ha delle ali di farfalla tatuate sulla schiena, non mancano buchi e reticenze… Più Maya va avanti con il suo terrificante racconto, più Victor e Brandon si chiedono chi o cosa la ragazza stia cercando di nascondere…

Ci sono libri a cui, letteralmente, corri dietro. Non vorresti fare altro che leggerli e, quando, finalmente, riesci a ricavare un po’ di tempo per farlo, eccolo lì… il momento perfetto. Dieci pagine, venti, cinquanta, sembrano volare via, rapide e silenziose, come le farfalle del titolo. Come le farfalle, però, sono deboli e inconsistenti, di una fragilità estrema. E non ti resta nulla, se non una storia che avrebbe potuto essere tante cose, ma che, alla fine, ha scelto di esserne una sola: il tentativo di una storia. Una bozza, uno schizzo ben lontano dall’opera d’arte che il Giardiniere imprime sulla pelle delle sue ragazze, le sue Farfalle, umane bellezze fragili e deboli, costrette a trascorrere il resto della loro effimera esistenza all’interno di un giardino bellissimo e tremendo.

“Le creature bellissime hanno vite molto brevi, così mi aveva detto al nostro primo incontro. Lui se ne assicurava e si sforzava di dare alle sue Farfalle una strana specie di immortalità.”

Come le farfalle, quelle vere, si scoprono facili prede di una follia malata, di un uomo che le tiene segregate e che ha costruito per loro un mondo onirico e surreale, aspetto che avrei sinceramente apprezzato, se l’autrice non si fosse fatta prendere la mano così tanto da restare, essa stessa, vittima della sua irrealtà. È tutto così irreale, tutto fin troppo strano da non risultare affatto credibile. Perché, in tutta onestà, trovo incredibile la noncuranza che aleggia in queste pagine: una trama estremamente intrigante, sviluppata nel peggior modo possibile. Perché no, non voglio credere che ventuno ragazze possano abbandonarsi così apaticamente a un destino che le vuole morte, immobili di fronte alla possibilità di uno scontro – ventuno contro uno – che le potrebbe vedere facili vincitrici. Un thriller che un thriller non è, e che mi ha lasciato un bel po’ di amaro in bocca.

“Immagino di essermi abituata così tanto agli orrori del Giardino da aver dimenticato quanto poteva essere orribile l’Esterno.”

 

Ci tenevo, ci speravo. Ho sperato fino all’ultimo che cambiasse qualcosa. Invano, ho atteso una scintilla che non è mai scoccata.

Avete già letto questo libro? Se sì, non dimenticate di farmi sapere cosa ne pensate!
Alla prossima e buone letture, 

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Tanto fuori dal coro non direi! Anche io e altre blogger lo abbiamo trovato poco piacevole. Direi anche che lo abbiamo apprezzato ancor meno di te!