Buongiorno a tutti, lettori!
La recensione di oggi è dedicata a un libro che mi interessava molto e che ho avuto la possibilità di leggere grazie alla Newton Compton Editori, che, come sempre, ringrazio tantissimo. Il libro in questione è “99 giorni” di K.A. Tucker.
TRAMA
Abbandonata nella campagna dell’Oregon, dove la credono morta, una giovane donna sfida ogni previsione e sopravvive, ma quando si sveglia non ha alcuna idea di chi sia, o di cosa le sia successo. La donna si dà il nome di Acqua, per un piccolo tatuaggio che scopre sul suo corpo, il solo indizio di un passato che non ricorda. Accolta da Ginny Fitzgerald, una signora irascibile ma gentile che vive in una fattoria, Acqua comincia lentamente a ricostruire la propria vita. Ma mentre cerca di rimetterne insieme i frammenti, altre domande si fanno strada nella sua mente: chi è il vicino di casa che in silenzio lavora sotto il cofano della sua Barracuda? Perché Ginny non gli fa mettere piede nella sua proprietà? E perché Acqua sente di conoscerlo? Jesse Welles non sa quanto tempo ci vorrà prima che la memoria di Acqua riaffiori. Per il suo bene, Jesse spera che non accada mai. Per questo cerca di tenersi alla larga da lei. Perché avvicinarsi troppo potrebbe far riemergere cose che è meglio lasciare sepolte. Ma si sa, l’acqua trova sempre una strada per tornare in superficie…
Dopo essere stata violentata, picchiata a sangue e creduta morta, una giovane donna si risveglia dopo nove giorni di coma senza avere la minima idea sulla propria identità, su cosa le sia successo e su chi sia stata a ridurla in quel mondo. L’unico appiglio a un passato che non riconosce come suo, è un piccolo tatuaggio che, nonostante tutto, le comunica qualcosa. La ragazza, dopo essersi trasferita nella fattoria di Ginny, un’anziana signora che nasconde il suo terribile fardello dietro a un carattere non propriamente amorevole, si dà il nome di “Acqua” e cerca di ricostruirsi una vita quanto più normale possibile. Dal canto suo, Jesse, il giovane figlio della dottoressa che ha operato Acqua, nasconde una doppia vita: un’importante parte della sua esistenza potrebbe avere un legame molto profondo con il passato della ragazza.
“So che ci sono regole da seguire, cose da fare per essere sicuri che non le provochi ulteriori danni. Ma non ci bado, perché l’agitazione che mi ha preso allo stomaco mi dice che probabilmente non posso farle più male di quello che lui le ha già fatto.”
Ammetto che, pur avendo messo gli occhi su questo libro da un bel po’ di tempo, avevo sottovalutato non poco le tematiche che avrei affrontato una volta iniziata la lettura: non ero pronta a guardare in faccia quello che ho trovato. Non ero pronta a leggere di una donna ridotta quasi in fin di vita dalle mani dell’uomo che avrebbe dovuto amarla e farla sentire al sicuro. E tutto ciò mi ha colpita nel profondo, perché la storia di Acqua sarebbe benissimo potuta essere pescata da una delle tante storie di violenze e femminicidi di cui la degradante società di cui facciamo parte è, sfortunatamente, ben fornita. Acqua potrebbe benissimo essere la ragazza che incontriamo al bar, oppure la vicina di casa che non esce mai senza gli occhiali da sole, unico scudo contro qualcosa di più doloroso delle occhiaie.
“La mia memoria – la mia vita – non è semplicemente crivellata di buchi. E’ stata risucchiata in un buco nero, che non si è lasciato dietro altro che questo involucro malconcio, la mia testa che lavora febbrilmente ma non è in grado di andare da nessuna parte.”
Passando al lato più romanzato di questa recensione, devo dire che questo libro non mi ha particolarmente entusiasmata. La storia, la quale ci viene raccontata da due punti di vista differenti, subisce un continuo salto temporale dal presente al passato: da una parte, seguiamo Acqua nel suo percorso di creazione di una nuova vita, mentre grazie a Jesse abbiamo una finestra su tutto ciò che è avvenuto prima della violenza, quando Acqua aveva un nome e un’esistenza ben precisa. Sebbene abbia apprezzato molto questa scelta stilistica dell’autrice, non ho potuto fare a meno di riscontrare più di un’incongruenza nei pensieri e negli atteggiamenti dei personaggi, cosa che mi ha fatto storcere il naso non poco.
“Sto abbandonando la ragazza che sono stata, inclusa la speranza che io la possa ritrovare ancora.”
A proposito di personaggi, ho sensazioni contrastanti; Acqua è una figura piuttosto piatta, un personaggio senza infamia e senza lode che ha faticato davvero a lasciare un segno nella mia mente. Jesse è sicuramente più interessante, anche se la sua sottile arroganza mi è risultata più fastidiosa di un’arroganza sfacciata. Se c’è qualcuno che ho sinceramente adorato, è Ginny, colei che accoglie Acqua in casa sua, una volta uscita dall’ospedale. Ginny è indubbiamente molto particolare, una donna un po’ burbera e bizzarra che, da quel fatidico giorno d’estate, non ha mai smesso di lottare contro una demone che non la lascerà mai in pace e che l’ha condannata a una vita isolata da tutto e da tutti. Proprio perché Ginny mi è piaciuta tantissimo, ho apprezzato in modo particolare lo sviluppo che questo personaggio subisce all’interno del romanzo, cosa che accade anche a Boone, l’ex coinquilino di Jesse, il quale arriverà ad assumere un’importanza assolutamente giusta e meritata all’interno della storia. E, infine, anche Dakota, la datrice di lavoro di Acqua, merita una menzione particolare: lei mi è piaciuta davvero tanto.
“Penso che i germogli ci siano. Hai bisogno solo di guardare con più attenzione, per vederli.”
Lo stile di scrittura dell’autrice è decisamente semplice e, il fatto che non sia troppo ricercato, lo rende leggero e accessibile a tutti.
SCHEDA
Titolo: 99 giorni
Autore: K.A. Tucker
Prezzo: Euro 9.90 (cartaceo)
Pagine: 374
Casa Editrice: Newton Compton Editori
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Alla prossima e buone letture, 
Sarà una delle mie prossime letture! *^*
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