Buongiorno a tutti, cari lettori!
Come avrete capito dal titolo, è arrivato il momento: oggi, vi parlerò dei libri più brutti e deludenti che ho avuto la sfortuna di leggere nel corso del 2016. Siete pronti? Mettetevi comodi, perché, ahimè, non sono pochi.
Il primo libro di cui ho deciso di parlarvi è Raccontami di un giorno perfetto di Jennifer Niven, un libro che volevo leggere da tantissimo e che, però, si è rivelato una delusione continua. Pur riuscendo a sorvolare circa lo stile di scrittura non proprio esemplare della Niven, ci sono aspetti su cui proprio non posso non soffermarmi: prima di tutto, i protagonisti. Violet e Finch non mi sono piaciuti minimamente, e la loro mancanza di realismo non ha fatto altro che peggiorare una situazione già precaria. Se poi ci mettiamo anche l’amore che esplode dopo due minuti di conversazione, penso capirete le mie riserve a riguardo. La cosa peggiore, però, è stato il modo incredibilmente superficiale in cui l’autrice ha affrontato temi estremamente delicati — depressione, bipolarismo, morte, suicidio adolescenziale. Non c’è approfondimento, non c’è spessore: solo pagine e pagine del tutto piatte e prive di qualsiasi tipo di consistenza.
Vi lascio qui la mia recensione.
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Se pensavo che con Raccontami di un giorno perfetto avessi ormai raggiunto il limite, una volta terminato Follemente Felice di Jenny Lawson mi sono dovuta ricredere. Il punto è che, tutte le pecche del libro di cui vi ho appena parlato le ho ritrovate — persino amplificate — nel romanzo autobiografico della Lawson. Dal momento che si tratta, appunto, di un’autobiografia, viene narrato in prima persona dalla stessa autrice, figura con la quale, pur avendo determinati tratti in comune, non sono mai (ma proprio mai!) riuscita a entrare in sintonia. Ho trovato il suo modo di scrivere un po’ troppo infantile, ma ciò che mi ha fatto più storcere il naso è la mancanza di realismo che ho riscontrato anche in questo caso: sarà una mia carenza, ma io faccio seriamente fatica a credere alle parole di questa persona. Posso capire che, trattandosi di una personaggio abbastanza famoso, la sua vita non sia all’insegna della convenzionalità, ma non riesco comunque a credere che, un concentrato così fitto di avventure bizzarre, conversazioni ambigue e circostanze curiose e strampalate possa accadere a una singola (e giovane!) persona. Bah.
Ecco qui, comunque, la mia recensione.
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Il prossimo libro di cui desidero parlarvi so già che farà storcere il vostro, di naso, dal momento che, a quanto pare, è piaciuto proprio a tutti. Sono una mosca bianca, e ormai lo so, ma non sono proprio riuscita a farmi piacere Ti darò il sole di Jandy Nelson. A distanza di mesi e mesi dalla lettura di questo libro, ve lo giuro, mi sto ancora chiedendo cosa ci abbiano trovato tutti quanti. Per quanto riguarda questo libro, il mio scoglio principale è rappresentato dallo stile di scrittura dell’autrice, stile che, anche in questo caso, ho trovato eccessivamente elementare e sbrigativo. Proprio per questo motivo, mi è risultato praticamente impossibile sia provare empatia nei confronti di Noah e Jude, i due protagonisti, sia provare il benché minimo interesse per loro. Se condiamo il tutto con una trama abbastanza originale ma non sviluppata nel migliore dei modi, abbiamo gli ingredienti per uno dei libri peggiori che abbia mai letto. Se a voi è piaciuto, spero davvero che non ve la prendiate. Anzi, mi sarebbe utilissimo conoscere le vostre opinioni a riguardo!
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The Lover’s Dictionary di David Levithan è entrato a far parte di questa classifica non per la storia in sé, bensì per l’amore spropositato che io provo per l’autore. Dopo aver letto alcuni dei suoi titoli più conosciuti e avendoli apprezzati tantissimo, ho deciso di provare con qualcosa di un po’ più particolare, con un libro scritto a mo’ di dizionario, il quale, avvalendosi di voci, verbi e vocaboli del caso, ha raccontato una storia d’amore tra due personaggi di cui, pur venendo inevitabilmente a conoscenza di aspetti e modi di fare che appartengono strettamente alla sfera dell’intimità, avremo comunque la sensazione di non conoscere mai a fondo. Ed è proprio questo che non sono riuscita a perdonare a Levithan, questa vaga sensazione di estraneità che mi ha pervasa durante la lettura del volume. Senza dubbio, non è all’altezza degli altri lavori dell’autore americano.
Se vi interessa, vi lascio la mia recensione.
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Desideravo leggere il libro di cui mi accingo a parlarvi da così tanto tempo che, ora, vederlo qui mi fa un po’ male. Chi avrebbe mai pensato che Amabili resti di Alice Sebold mi avrebbe delusa così? Io no di certo. Però, è proprio questo il punto: non è che il libro non mi sia piaciuto, è che mi ha delusa nel vero senso del termine. Come fin troppo spesso succede, mi sono lasciata ingannare dall’incredibile fama che circonda questo romanzo, e, come ancora più spesso succede, le mie aspettative sono andate a farsi benedire. Tanto per appagare un’altra mia curiosità, successivamente, ho guardato anche il film che ne è stata tratto, e il risultato è stato che nemmeno in questo caso sono rimasta positivamente colpita. Boh, credo sia un mio problema, a questo punto.
Come al solito, vi lascio la mia recensione.
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Con mia grande gioia, dopo aver pubblicato la mia recensione de La ragazza del treno di Paula Hawinks, ho notato che sono davvero moltissime le persone a pensarla esattamente come me: in poche parole, questo libro è incredibilmente e immeritatamente sopravvalutato. Mi è capitato davvero poche volte di trovare un così chiaro e palese dilettantismo nella caratterizzazione dei personaggi da parte di un’autrice così acclamata; le tre protagoniste principali, le quali, di tanto in tanto, si alternano il posto di narratrice, sono talmente monotone e impersonali da risultare un’unica, insipida voce narrante. Non c’è sviluppo, non c’è crescita: tutto rimane noiosamente statico. E a essere sincera, poi, la trama non è che brilli di originalità, eh.
Ecco qui la mia recensione.
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Per la rubrica “evidentemente, ho letto un libro diverso rispetto al resto del mondo”, una delle più grandi delusioni libresche di questo 2016 ormai agli sgoccioli è Half Bad di Sally Green, il primo libro di una trilogia incredibilmente apprezzata. Da tutti, ma, come al solito, non da me. So di rischiare di diventare ripetitiva, ma lo stile di scrittura di questa autrice è così poco nelle mie corde che, ancora oggi, non riesco a smettere di domandarmi perché un numero straordinariamente alto di persone se ne sia innamorato perdutamente. La storia in sé non era nemmeno malaccio, anche se in diverse scene mi ha ricordato fin troppi libri, ma non era abbastanza per farmi chiudere un occhio e leggere il secondo volume. Bocciato.
Se ve la foste persa, ecco la mia recensione.
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Un altro libro che ci tengo particolarmente a sconsigliarvi è Nonostante tutto di amo ancora di Samantha Towle. Va bene, io sono piuttosto esigente e me lo riconosco, ma con la Towle sono stata fin troppo buona, nella mia recensione. Anche in questo caso, si tratta dell’ennesima storia trita e ritrita della ragazza acqua e sapone (bellissima, ma lei ovviamente non se ne rende conto) e del principe azzurro bello da mozzare il fiato, arrogante e con un passato particolare alle spalle. In parole povere, la trama di un qualsiasi libro d’amore che viene pubblicato ogni giorno e che, puntualmente, viene fatto passare per “un successo del passaparola”. Non so voi, ma io sinceramente sono un po’ stufa.
Anche in questo caso, vi lascio la mia recensione.
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Giusto per rimanere in tema banalità, visto che ci siamo, ora vi parlo de L’amore arriva sempre al momento sbagliato di Brittany C. Cherry. Questa volta, seguiamo le avventure di Ashlyn, una ragazza che ama leggere (sì, ormai le autrici di oggi hanno capito che questa caratteristica attira l’attenzione delle lettrici più giovani, quindi ce la propinano a ogni piè sospinto) e del suo incontro con Daniel Daniels (complimenti per l’originalità, Brittany). Tra i due — neanche a dirlo, incredibilmente attraenti — protagonisti, scocca subito la scintilla. Strano, vero? Non l’avrei mai detto. Un romanzo non solo decisamente sessista, in cui la donna sembra non essere in grado di fare nemmeno un passo senza il supporto dell’uomo, ma anche incredibilmente inverosimile. Davvero, leggete altro. C’è moooolto di meglio, in giro.
Se volete saperne di più, vi lascio la mia recensione.
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Ora, cambiamo genere letterario e parliamo di fantasy con La lettrice di Traci Chee, un libro su cui avevo messo gli occhi fin dalla sua pubblicazione in America, e che non vedevo l’ora di leggere. Anche in questo caso, la trama davvero intrigante e originale è stata demolita da un’elaborazione a dir poco avvilente. Il problema principale di questo libro, infatti, è che è assurdamente lento, a tratti, noioso. Senza dubbio, niente a che vedere con quelle che erano le mie aspettative, visto che ne avevo sentito parlare benissimo, soprattutto dalla booktube community americana. Ho davvero fatto fatica a portare a termine questa lettura e me ne dispiaccio molto.
Ecco la mia recensione.
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Con mio grandissimo rammarico, non ho proprio potuto fare a meno di inserire all’interno di questa lista anche The Queen of the Tearling di Erika Johansen, uno dei libri più brutti che abbia letto nel corso della mia carriera da lettrice. Pur riflettendoci abbondantemente sopra, non sono riuscita a salvare davvero nulla, di questa lettura. Senza esagerare, non c’è stato un singolo aspetto di questo libro che mi sia piaciuto e che io mi sia sentita di promuovere. Eccezion fatta per la copertina a dir poco meravigliosa — indubbiamente, tra le più belle che mi sia capitato di vedere — non c’è niente che io abbia apprezzato, pessima protagonista e pesantezza dello stile narrativo dell’autrice compresi. Che desolazione.
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Sempre perché sono una voce fuori dal coro, vi confesso che non mi è piaciuto nemmeno Il mio splendido migliore amico di A.G. Howard. Anzi, dire che non mi è piaciuto, è indubbiamente un eufemismo, perciò, torno a chiedermi cosa ci abbiate visto, tutti quanti. Non so voi, ma io ci ho visto una protagonista di una mediocrità disarmante e un interesse amoroso con gravi disturbi di alcolismo e manie di controllo che gli autori moderni continuano a voler far passare per caratteristiche attraenti e sensuali, quando invece dovrebbero essere solo pesantemente condannate. Arrivata a questo punto, sono giunta alla triste conclusione che non ci si renda pienamente conto del potere che hanno le parole e le azioni dei personaggi fittizi sulle menti degli adolescenti. Dovremmo rifletterci tutti un po’ su.
Anche qui, ecco la mia recensione.
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Ebbene, siamo arrivati alla fine di questa classifica. Prima di salutarvi, però, ci tengo a dire non giudico in alcun modo quanti di voi abbiano apprezzato uno o più dei libri di cui ho parlato. Ci tenevo solo a esprimere la mia opinione e spero sinceramente che, così facendo, non abbia urtato la sensibilità di nessuno.
In ogni caso, se la pensate diversamente, vi invito a farmi sapere, sono sempre molto curiosa e aperta a ogni tipo di dialogo.
Alla prossima e buone letture, 
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