GENESIS PUBLISHING | Intervista a Paul J. Horten, autore della saga “Spaceborne Marines”

Buonasera a tutti, lettori!
Come sta procedendo il vostro ottobre? Spero molto bene!
Per quanto riguarda l’articolo di oggi, devo ringraziare la Genesis Publishing, mediante la quale ho avuto l’opportunità di intervistare Paul J. Horten, autore della saga “Spaceborne Marines” composta da tre volumi: Minaccia, Eclissi e Resurrezione.
Prima di conoscere più nel dettaglio quello che è uno degli autori di punta di questa casa editrice, vi lascio la sinossi di Minaccia, il primo libro della serie:

Spaceborne-Marines.-MinacciaLa Federazione Terrestre ormai ha mille anni ed è riuscita a espandersi incontrastata grazie alla sua superiore tecnologia. Avanguardia di ogni invasione sono gli Spaceborne Marines, truppe d’élite che combattono a bordo di imponenti esoscheletri corazzati. Ed è proprio a un ufficiale dei Marines, il tenente Dexter Dax, che viene affidata una rischiosa missione di ricognizione su Erya – uno dei pianeti esterni alla Federazione – con cui si è perso improvvisamente ogni tipo di collegamento. Accompagnato dal tenente del Servizio scientifico della Flotta Stellare Daria Yx, Dax scoprirà la sconvolgente realtà che si cela su Erya e il pericolo mortale che minaccia l’intera Federazione. La Federazione Terrestre ormai ha mille anni ed è riuscita a espandersi incontrastata grazie alla sua superiore tecnologia. Avanguardia di ogni invasione sono gli Spaceborne Marines, truppe d’élite che combattono a bordo di imponenti esoscheletri corazzati. Ed è proprio a un ufficiale dei Marines, il tenente Dexter Dax, che viene affidata una rischiosa missione di ricognizione su Erya – uno dei pianeti esterni alla Federazione – con cui si è perso improvvisamente ogni tipo di collegamento. Accompagnato dal tenente del Servizio scientifico della Flotta Stellare Daria Yx, Dax scoprirà la sconvolgente realtà che si cela su Erya e il pericolo mortale che minaccia l’intera Federazione.

ghirigoro
1. Salve Paul e benvenuto su Questione di Libri!
Come è nata l’idea di scrivere un saga?

Assolutamente per caso: si parlava su Facebook di tecnologie militari e di sci-fi con amici appassionati del genere. Mi è venuto in mente di buttare giù un incipit e di pubblicarlo nella mia bacheca. L’entusiasmo mi ha spinto a creare un gruppo su Facebook dove pubblicavo a puntate i capitoli di quello che poi sarebbe diventato Minaccia e i miei amici, diventati beta readers, commentavano e mi incoraggiavano a proseguire. All’inizio pensavo ad un singolo romanzo, con la tematica dello scontro di civiltà. Poi nella mia vita sono accadute delle cose, mentre finivo di scrivere la prima bozza, per cui ho introdotto altri due argomenti, che non potevano essere sviluppati nel primo volume: l’influenza deleteria del puro profitto sull’efficienza e l’uso del potere. Eclissi e Resurrezione, i libri che costituiscono il seguito di Minaccia, sono stati concepiti in questo modo, in maniera anche da chiudere le tracce narrative aperte in precedenza.

2. Spaceborne Marines Minaccia è il primo volume della Sua trilogia. È stato un libro difficile da scrivere?

Sembra assurdo, ma ho scritto le quasi 600 pagine di MINACCIA di getto, in sette mesi di lavoro quasi continuo che mi hanno gratificato ed emozionato. A volte ero addirittura commosso, come nella scena in cui Kathryn Nelson chiede il trasferimento dal suo reparto. Praticamente scrivevo ovunque e sempre: in treno, mentre andavo a lavoro, durante le pause, prima e dopo cena, a volte fino al mattino. Scrivere Minaccia mi ha assorbito totalmente. Quando ho messo la parola fine ho avuto dei momenti di totale disappunto, come se dovessi dire addio ad un caro amico.

eweqw3. Quanto c’è di Lei nei personaggi che ha creato?

Anche se c’è parecchio di me nella concezione della vita di alcuni personaggi, non ci sono solo io. Alcuni personaggi sono ispirati ad altre persone reali, altri ancora sono archetipi per dimostrare alcune tesi che permeano il libro. Spaceborne Marines è anche pieno di citazioni dalla storiografia militare e da film di guerra. Un esempio per tutti: quando Dax è nella zona morta di un’astronave, a caccia di un alieno, e chiama rinforzi, gli viene risposto che l’aiuto impiegherà cinque minuti ad arrivare. La sua risposta è una citazione dal film di Ridley Scott “Black Hawk Down.” Se uno scava ne trova di cose…

4. Il Suo passato nelle Forze Armate le è stato d’aiuto nella composizione dei tre volumi?

Assolutamente sì. E c’è l’esperienza da giornalista tecnico nel campo delle armi da fuoco e della difesa maturata dopo il militare. La cosa è ancora più evidente nel libro successivo, Eclissi. Procedure per il maneggio delle armi, per il movimento in pattuglia, per le coperture, alcune invenzioni sono versioni futuristiche di cose che esistono già e sono visibili nelle mostre militari di mezzo mondo. Anche il senso di appartenenza e di cameratismo che c’è tra i personaggi in uniforme deriva dal periodo passato in servizio. Una delle cose che mi differenzia totalmente da Dexter Dax è che lui pensa che i civili non debbano essere armati, mentre per il sottoscritto è un diritto imprescindibile. Ma anche Dax cambierà idea, con l’esperienza.

5. Ha altre opere in cantiere?

Sì, altre due o tre, tra cui un military thriller, un fantasy horror ed altro ancora. Mi affascinano le figure femminili, che ho cercato di sviluppare ampiamente e di conferirgli personalità ed indipendenza, cercando di mantenere le loro fragilità. Per questo, il fantasy horror vede le donne protagoniste, cercando di slegarle dalla visione stile Harmony in cui le eroine vengono puntualmente immerse. Le mie vorrebbero essere più simili alla Ripley di Aliens.

6. C’è uno o più autori a cui si ispira?

Robert A. Heinlein (il primo capitolo di Minaccia è ispirato al suo StarshipTroopers), Tom Clancy, Isaac Asimov, ma anche scrittori epici, come J.R.R. Tolkien. Mi piace la prosa asciutta, senza fronzoli, ma che ogni tanto si colori di poesia, di paragoni inusuali, che facciano sentire i sapori ed i colori di quello che descrivo.

7. Cosa ne pensa dell’Editoria Italiana?

Bella domanda: devo ancora capirla l’Editoria Italiana. Una giungla con dei strani meccanismi che, in gran parte, devo ancora decifrare. Credo che sia ancora troppo attaccata al cartaceo, ad una concezione troppo classica del libro-oggetto e molto poco al concetto del libro-contenuto. Vedo case editrici poco propense a scoprire il nuovo. Vorrei, invece, un panorama editoriale dove esista la competizione, la qualità, il gusto della scoperta, la proposta meno elitaria, magari, ma che fornisca ai lettori gli strumenti, una volta distolto lo sguardo dalle pagine di un libro, per guardare la realtà con occhi nuovi.

8. C’è un libro che le piacerebbe aver scritto?

Devo sceglierne uno solo? Potrei citarne dozzine, per cui mi limito a tre: Clear and Present Danger di Clancy, Il Signore degli Anelli di Tolkien, e La Collina dei Conigli di Adams. Oh sì… anche Uomini ed Androidi di Cooper, poco conosciuto ma una pietra miliare della sci-fi sociale ed il primo romanzo di sci-fi che io abbia mai letto, grazie a mio padre che me lo fece conoscere tanti anni fa.

9. Il miglior libro letto nel 2015, finora?

Un libro di storiografia militare di Anthony Beevor sull’offensiva tedesca nelle Ardenne del 1944, che consiglio fortemente a chi è appassionato del genere.

harryPrima di salutarvi, ringrazio ancora una volta la Genesis Publishing e Paul J. Horten per avermi permesso di proporvi quest’intervista.
Come sempre, alla prossima e buone letture,questione di libri

 

 

 

 

 

 

 

 

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