BLOGTOUR | “Il richiamo dell’Havel” di Fabio Geda & Marco Magnone |”L’alba di Alexanderplatz”

Buongiorno a tutti, Fedeli Lettori!
Oggi, per prepararvi all’uscita di “Berlin – Il richiamo dell’Havel”, vi propongo la mia recensione, priva di spoiler, de L’alba di Alexanderplatz, il secondo volume della serie nata dalla penna di Fabio Geda & Marco Magnone.

Il richiamo dell’Havel
Fabio Geda & Marco Magnone

Prezzo: € 15.00
Pagine: 204
Casa Editrice: Mondadori
Data di Pubblicazione: 17 ottobre
Dove Acquistarlo: Amazon

Gli adulti non esistono più. Nel 1975 il virus li ha uccisi e da tre anni uccide chiunque abbia più di sedici anni. Questa è l’unica certezza per i bambini e ragazzi allo sbando tra le spettrali vie di Berlino. E invece no. Gli adulti esistono ancora. Uno di loro, Andreas Beck, sta cercando una cura al virus, mentre gli altri sono armati e pronti a tutto. Anche a sparare a Bernd. Intanto Jakob è ancora sconvolto da quando, nel mezzo di una tormenta di neve, ha dovuto salvare la sua peggior nemica, Wolfrun, caduta in un lago gelido con il cavallo Ziggy. Sembra che per entrambi da quel momento il mondo si sia capovolto e ora, in fuga dai loro nuovi nemici, si stanno per incontrare di nuovo…

L’alba di Alexanderplatz
Fabio Geda & Marco Magnone

Prezzo: € 15.00
Pagine: 225
Casa Editrice: Mondadori
Dove Acquistarlo: Amazon

Quando la città era ancora la città, ogni mattina le persone si svegliavano a Berlino Ovest e a Berlino Est, divise dal lungo, inesorabile Muro. Quando la città era ancora la città, Timo e Jakob e Christa non potevano immaginare che un giorno sarebbero stati costretti ad aprire gli occhi in un mondo senza più adulti, tra i quartieri di una Berlino irriconoscibile e pericolosa. Una città in cui per sopravvivere si sono divisi in gruppi: Gropiusstadt, Havel, Reichstag, Tegel, Zoo. Nonostante le lotte e le rivalità, però, tutti loro hanno qualcosa in comune: il virus che alla fine dell’adolescenza se li porterà via, come se crescere fosse una condanna. E il virus non è l’unico pericolo. C’è una creatura misteriosa che si aggira per le strade, sbrana e uccide animali e ragazzi, e poi scompare, quasi fosse invisibile. Soltanto alleandosi è possibile scoprire chi è e difendersi. Ma nella Berlino che non è più Berlino, è meglio affrontare la minaccia da soli o allearsi con il nemico?

Non sono quella che si definirebbe un’amante delle saghe letterarie. La mia natura ferma e costante mi porta a preferire gli autoconclusivi , quei libri a cui, una volta girata l’ultima pagina, possiamo dire un addio più o meno definitivo, salvo farci prendere dalla nostalgia e tornare a immergerci tra le loro pagine, ancora e ancora. Però, ci sono saghe e saghe. Vuoi che sia perché ho conosciuto il primo libro ancor prima della sua pubblicazione; vuoi che sia perché ho avuto la possibilità di intervistare gli autori non una, ma ben due volte; vuoi che sia perché, semplicemente, quello di Berlin, è un mondo a parte. Fatto sta che, a distanza di tempo, ci penso ancora.

“In quel mondo nuovo, la nostalgia era sempre in agguato. Il problema era parlarne. Trovare orecchie in grado di ascoltare. Di accogliere. Di non giudicare. Di non prendere in giro. Per questo alla malinconia preferivano le chiacchiere futili.”

Ci siamo presi una piccola pausa, ma siamo tornati. E, adesso , si scava più nel dettaglio: in questo secondo volume della saga, conosciamo meglio tutti i nostri protagonisti, a partire da Jakob e Christa, i quali ci accompagneranno in un’avventura decisamente più ricca e corposa, rispetto alla precedente. Si inizia a fare sul serio, ora. Da subito, fin dalle prime pagine. Perché sì, stavolta, non si tratta di far fronte solo al misterioso virus che promette un mondo senza adulti; tra le strade di Berlino, infatti, si aggira una terribile creatura in grado di seminare il panico tra i sopravvissuti. Così, inizia un’avventurosa ricerca, ricerca che, inesorabilmente, porterà a galla timori e paure, sofferenze e desideri reconditi.

“Penso che la gente, quando è in pericolo, diventa egoista. E che l’egoismo è come legna per il fuoco. E che il fuoco, alla fine, brucia tutto.”

Con il loro solito stile narrativo fresco e avvincente, Fabio Geda e Marco Magnone si confermano un duo più che collaudato, nel panorama della letteratura per ragazzi. Così come è avvenuto per il primo volume, anche questa volta sono riusciti a convincermi e a tenermi attaccata alle pagine senza difficoltà, sebbene, personalmente, trovi che il suo predecessore abbia quel qualcosa in più che mi spinge a preferirlo. In ogni caso, comunque, ci sono troppo dentro, ormai. Devo andare avanti, devo, necessariamente, tornare in quella Berlino ferita e irriconoscibile, ma che, sotto sotto è ancora, profondamente, lei. E devo farlo quanto prima.

Alla prossima e buone letture, 

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